Il piccolo Hans - IV - n. 16 - ottobre-dicembre 1977

allegrie (o altre noie), verso la musica di città surrogata sul battello dal dito che il vecchio folle Michel Simon usa come puntina sul disco: il vecchio la cercherà e la riporterà - perché conosce la musica -, mentre Jean svolge la sua ricerca nel vuoto d'aria, al punto di ten­ tare veder lei in immersione in fondo all'acqua del fiume, coi polmoni che gli scoppiano.) Ogni canzoniere d'amore (da Properzio agli stilno­ visti, da Poe a...) è così un gioco di carte, una noia pro­ venzale in filastrocca continua, un kamasutra di posizio­ ni intellettuati, un massacro di sentimenti governato e percorso dalla stessa logica circolare monomane e cru­ dele che ordina le centoventi giornate. (Nelle ' Rime ' di Guido Cavalcanti, p. es., ' noia ' è parola ricorrente sintomaticamente, anche se spesso opposta ad ' amore ' che « vive in parte dove noia more» (9); ma il cir­ cuito - da entro cui ci muoviamo in questo testo - è co­ munque stabilito, e il discorso d'amore dello stesso Caval­ canti è affidato a insistenti immagini di noia: « Allora par che ne la mente piova / una figura di donna pensosa / che vegna per veder morir lo core. » ( 10); « Se Mercé fosse amica a' miei disiri, / e 'l movimento suo fosse dal core / di questa bella donna, (e) 'l su' valore / mostrasse la vertute a' mie' martiri, // d'angosciasi dilett'i miei sospiri, / che nascon della mente ov'è Amore / e vanno sol ragionando dolore / e non trovan persona che li miri, // giriano agli occhi con tanta vertute, / che 'l forte e l' duro lagrimar che fanno / ritornerebbe in allegrezza e 'n gioia. // Ma sì è al cor dolente tanta noia / e all'anima trista è tanto danno, / che per disde­ gno uom non dà lor salute. » ( 11), dove il tragitto discendente lungo il corpo del sentimento d'amore si chiude negativamen­ te nella noia del cuore; fino alla descrizione {12) della perdita di una sicurezza del proprio corpo, visto come auto­ ma annoiato, dopo la ferita d'amore: « I'vo come colui ch'è fuor di vita, / che pare, a chi lo sguarda, ch'omo sia / fatto di rame o di pietra o di legno, // che si conduca sol per mae­ stria / e porti,ne lo core una ferita / che sia, com'egli è mor­ to, aperto segno. ») 13

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