Il piccolo Hans - IV - n. 16 - ottobre-dicembre 1977
e degli « attacchi duri» che prestano al discorso un ca. rattere staccato. Ho potuto osservare una correlazione molto stretta tra l'accento e l'occlusiva glottica negli inizi del linguaggio e nella parola, registrata sistematicamente, di un bambino a partire dal dodicesimo mese fino all'età di due anni. Ogni parola-frase e spesso ogni sillaba sono state emesse con uno sforzo evidente e udibile e aggiungendo una occlusione glottica all'iniziale vocalica della parola o del la sillaba. I termini stessi che denotanto l'accento in inglese, stress (pressione), in tedesco, Druck, Druckakzent (pres sione, accento di pressione), in ungherese, nyomaték (let teralmente: pressione, massa esercitante una pressione), ecc., mettono in rilievo il ruolo che svolge la pressione nella produzione dell'accento. In queste stesse lingue, la parola premere può designare nello stesso tempo la defe cazione. Altri termini contengono un'allusione all'aspetto aggressivo dell'accento. Il latino ictus, il russo udarenie che denotano l'accento (metrico o linguistico) significano «colpo». ,Pare che (Heese, 1957) le sillabe accentate siano spes so accompagnate da gesti indicanti un colpo: si « batte» il ritmo. La base pulsionale sadico-anale dell'accento potrebbe fare meglio capire il rifiuto dell'interpretazione ingenua, fisiologica dell'accento, il fatto che si preferisca vedere nell'accento - fin troppo terra-terra - qualcosa di « sfuggente», di « jnafferrabile», come se si obbedisse a un interdetto, dimenticato da molto tempo, di toccare le cose poco pulite. Una base pulsionale sadico-anale, ben lungi dall'esclu dere le funzioni intellettuali e verbali dell'accento, ci aiuta a capire perché l'accento si presti così bene ad assolverle. La funzione di base, la messa in valore di una sillaba o di una parola, risponde, a livello inconscio, 104
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