Il piccolo Hans - IV - n. 16 - ottobre-dicembre 1977
nous mesurons subjectivement d'une manière très vague et inexacte» dichiara P. Delattre (1939). Recentemente André Rigault (1970, p. 1), esaminando la natura fisica dell'accento in due lingue con accento fisso, il francese e il oeco, arriva alla conclusione che « l'accent est, dans ces deux langues, un phénomène extremement fuyant, très difficile à saisir, sinon insaisissable: il est là, sans y etre, tout en y étant». ,Le contraddizioni, complica zioni e incertezze inerenti a una teoria inadeguata sono state attribuite all'oggetto in esame, proiettate sull'og getto stesso. Una forza invisibile, una sorta di resistenza, sembra impedire ai ricercatori di « afferrare» l'accento, li svia dall'interpretazione fisiologica dell'accento. Ma da dove potrebbe venire questa resistenza, questo disagio? L'ac cento - anche com€. :P.�ocesso fisiologico - non ha nulla di poco pulito, di imbarazzante. Al contrario si tratta di un elemento indispensabile alla comunicazione di idee coscienti, di uno strumento verbale di grande valore. Si potrebbe tuttavia pensare al fatto indiscutibile che la comunicazione è una funzione secondaria, impre vista, innestata sulle funzioni primarie, biologiche, degli organi chiamati in modo presuntuoso « organi della parola» 2 • I muscoli del torace e gli addominali che, con la loro contrazione, mettono· in rilievo la sillaba accen tata, servivano, ben prima della nascita della parola, e servono tuttora a esercitare direttamente e indiretta mente una pressione sugli intestini per facilitare e acce lerare la defecazione. <Durante la defecazione la glottide è chiusa, per impedire all'aria di uscire riducendo la pressione subglottica. Nella parola la forte contrazione serve, al contrario, a spingere dei soffi d'aria attraverso lo sfintere glottico e la laringe. L'accentazione, come processo fisiologico, appare quindi come un riflesso del la defecazione, la sua immagine rovesciata. Una stessa 102
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