Il piccolo Hans - IV - n. 15 - luglio-settembre 1977

lo scollamento della evidenza dal risultato che corri­ sponde all'accadere dei fatti. La collaborazione medica sarà considerata la benve­ nuta per programmare le operazioni necessarie a man­ tenere il funzionamento di questo o quell'apparato del- 1'organismo umano, in condizioni determinate, ma dopo tutto, cosa c'entra questo con ciò che chiameremo la posizione tradizionale del medico? Il medico è richiesto nella funzione di fisiologo, ma subisce anche altri richiami: il mondo scientifico riversa nelle sue mani il numero infinito degli agenti terapeutici nuovi che può produrre, chimici o biologici, che mette a disposizione del pubblico e chiede al medico, come a un agente distributore, di metterli alla prova. Dove sta il limite nel quale il medico deve agire e a cosa deve rispondere? A qualcosa che si chiama la domanda. Dirò che è nella misura di questo $Civolamento, di questa evoluzione, che cambia la posizione del medico riguardo a quelli che si indirizzano a lui, che arriva a individualizzarsi, a specificarsi, a mettersi retroattiva­ mente in valore, quello che c'è di originale nella do­ manda al medico. Lo sviluppo scientifico inaugura e mette sempre più in primo piano il nuovo diritto del­ l'uomo alla salute, che esiste e si motiva già in un'orga­ nizzazione mondiale. Nei limiti in cui il registro del rap­ porto medico alla salute si modifica, in cui questa sorta di potere generalizzato, che è il potere della scienza, dà a tutti la possibilità di venire a domandare. al medico il proprio tagliando di beneficio per uno scopo preciso , e immediato, vediamo profilarsi l'originalità di una di-mensione che chiamo la domanda. Dipende dal registro della risposta alla domanda del malato la possibilità di sopravvivenza della posizione propriamente medica. Rispondere che il malato viene a domandarci la gua­ rigione significa non rispondere affatto, poiché ogni volta che l'impegno preciso, da adempire d'urgenza, non 9

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