Il piccolo Hans - IV - n. 15 - luglio-settembre 1977
Linguaggio senza pm: il linguaggio - articolato in op posizioni e differenze - della comunicazione e dello scambio, della legge e dell'ordine simbolico, del cultu rale e del sociale. Come abbiamo sottolineato, l'esperienza del dialetto, nel caso di Zanzotto, è complessa; e lo è, aggiungiamo, sia a parte subjecti, e cioè dalla parte dell'operatore, dell'utilizzatore del dialetto, sia a parte objecti, e cioè dalla parte del testo, e più precisamente dalla parte del testo che dà il titolo al volume: Filò. Per quel che riguarda la complessità dell'esperienza dialettale a parte subjecti, si dànno infatti, nel volume, sui quattro testi che contiene - tre testi in versi: Re citativo veneziano, Cantilena londinese, Filò, e un testo conclusivo in prosa, senza titolo -, almeno tre posi zioni diverse del soggetto rispetto allo strumento adi bito. Da un lato, vale a dire per i primi due testi, abbia mo a che fare con una posizione di «mimesi verbale» per cui il poeta presta una sua fisionomia linguistica veneta ad altrettante situazioni realizzate nel Casanova di Fellini. In questo caso, se l'assunzione del dialetto è diretta, intellettualmente non mediata - anche se intar siata da richiami e citazioni colte -, essa non lo è più dal punto di vista del locutore. Vale a dire: se il locu tore assume qui il dia}etto al suo livello di massima fruibilità, di massimo uso, nella sua dimensione più reale e più estesa (più storica), non è però direttamente implicato in tale assunzione, che vede portavoce, per il Recitativo, il popolo di Venezia, per la Cantilena, una gigantessa. Ma non si tratta, nell'una e nell'altra situa zione, di funzioni prestanome, di ruoli cui si immede simino determinate istanze o intenzioni del soggetto. In quello straordinario «simulacro» che è il grande film di Fellini, ove situazioni e personaggi «riproducono» non tanto i rispettivi referenti quanto altre riprodu- 61
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