Il piccolo Hans - IV - n. 15 - luglio-settembre 1977
maison de santé seront ces Heux de tolérance: la prosti tuée, le client et le souteneur, le psychiatre et son hy stérique - ces ' autres victoriens ' dirait Stephen Mar cus - semblent avoir subrepticement fait passer le plaisir qui ne se <lit pas dans l'ordre des choses qui se comptent; les mots, les gestes, autorisés alors en sour dine; s'y échangent au prix fort.» 24 • L'« altrove» non è una garanzia di libertà, benché ve la si ricerchi. L'ingresso nel bosco è animato da un desiderio di ritrovamento, ma è sempre possibile smar rirsi nel labirinto dei suoi sentieri immaginari, quando si sia perduto il filo, il filo del discorso. In questo senso l'ospedale appare come il luogo di una domanda che chiede, prima di tutto, di essere rico nosciuta perché sia possibile dipanarla, riconsegnandola al soggetto che ne è irretito affinché vi si fondi come tale. Ma perché proprio l'ospedale, viene da chiedersi, deve essere investito da questa funzione, e non la scuola, luogo delegato alla socializzazione ed alla culturalizza zione infantile? Non la scuola, perché essa accoglie esclusivamente quanto, nel bambino, è già neutralizzato, ' elaborato, ma nipolato e concotto nella cucina familiare; perché vi si stipula un contratto parziale che impegna solo quelle energie edipizzate che hanno rinnegato la loro 'bassa origine ', la loro originaria promiscuità con la sessualità, le pulsioni, l'immaginario. L'ospedale, invece, è una istituzione totale, in cui il bambino sente di poter essere accolto con il suo corpo, con i fantasmi che vi si radicano, con il discorso che vi si sostiene. E' il luogo di amministrazione della vita e della morte, capace, pertanto, di esprimere una possi bilità di guarigione che è anche una promessa di sal vezza 25 • Sulla ospedalizzazione si investe il desiderio con- 52
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