Il piccolo Hans - IV - n. 15 - luglio-settembre 1977

des régles sociales, que s'ouvrent le voies interdites, s'énoncent les déviances, et s'accomplissent les trasgres­ sions » 23 • Nel luogo della iniziazione si fa, attraverso vicende spesso crudeli, del figlio uno sposo, del bambino sper­ duto l'erede al trono, vi si svolge una storia che - con­ sumato lo smarrimento - termina con il « riconosci­ mento » del bambino, con il suo accesso alla città, alla corte, a quanto esse rappresentano in termini di sapere, di sessualità e di potere. Per quanto possa sembrare strano, l'istituzione ospe­ daliera sembra costituire uno spazio analogo, per certi aspetti, alle foreste, alle montagne, al bosco del mito e della favola, una dimensione esterna rispetto alla fa­ miglia, opposta a tutto quanto la famiglia ha di tiepido, di morbido, di morboso. Eppure in questo spazio, in cui l'immaginario si precipita in un estremo tentativo di oggettivazione, di estraniazione, si ripresentano gli stessi fantasmi che animavano lo scenario edipico. La loro ri-presentazione nella dimensione extra-familiare rischia di confermarli come « reali » e necessari e di legittimare, di conse :­ guenza, una resa totale del desiderio al loro dominio. La necessità stessa di delimitare spazi anedipici fi­ nisce per travolgere la loro possibilità e la loro fonda­ zione; nella misura in cui essi si definiscono soltanto come ciò che è ritagliato dalla famiglia, delimitato dai suoi bordi, dalle sue territorializzazioni, non fanno che confermarne lo statuto e la centralità. La stessa funzione complementare Foucault, nel suo ultimo libro « La vo­ lonté de savoir » l'affida agli spazi che la società lascia ai margini della repressione sessuale familiare: « S'il faut vraiment faire place aux sexualités illégitimes, qu'elles aillent faire leur tapage aillers: là - où on peut les réinscrire sinon dans les circuits de la production, du moins dans ceux du profit. La maison dose et la 51

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