Il piccolo Hans - IV - n. 15 - luglio-settembre 1977

percezione esterna: « Io non lo amo. .Jo lo odio perché egli mi perseguita » 22 • E' la posizione di Laio che, temendo di riattivare nei confronti del figlio le sue tendenze omosessuali (te­ mendo cioè di restare irretito nel suo immaginario pre­ edipico) lo abbandona, appena nato, sulle pendici del monte Citerone. Si tratta di un abbandono sulle cui mo­ dalità vale la pena di soffermarsi ancora. Laio sembra operare con l'allontanamento di Edipo una soluzione di compromesso con i suoi impulsi omicidi. Ma il com­ promesso non si esaurisce nel preservare la vita del bambino, il suo aspetto salvifico si duplica nella mo­ dalità stessa dell'abbandono. Edipo non viene lasciato, come si è comunemente inteso, alla mercé di una na­ tura ostile e ferale. Viene portato sulle pendici del monte Citerone, luogo sacro, abitato dalle divinità, sede delle nozze tra Zeus ed Era. Qualche cosa di analogo alla situazione iniziale della favola, dove il bambino viene condotto dai genitori nel bosco, luogo solo apparentemente deserto, in realtà po­ polato di esseri potentissimi: l'orco, la strega, il re. « C'est en traversant les terres sauvages que l'enfant male, enlevé a la pénombre et à la chaleur des corps féminins, est introduit dans le royaume de la virilité; e'est en affrontant les animaux sauvages qu'il se pré­ pare plus ou moins directement, à devenir un guerrier, initié aux privilèges sans partage des hommes: la vio­ lence qui fait couler le sang »: così iDetienne descrive la funzione sociale della caccia, opposta alla cultura del­ la terra e strettamente congiunta alla guerra. Il pae­ saggio sembra assumere, nella sua configurazione, una significazione simbolica immediata: « Fon�ts et mon­ tagnes composent un paysage masculin d'où la femme­ épouse est radicalment absente, de meme qu'en sont exclues les valeurs socio-politiques définissant le bon usage du corps féminin. C'est clone là, dans le silence so

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