Il piccolo Hans - IV - n. 15 - luglio-settembre 1977
domanda) e ad altri (il posto che la malatHa occupa nei discorsi familiari, nei rapporti interpersonali, nel si stema di scambi) 4. Il sintomo è uno stato intensivo che richiede di distendersi in un discorso, in un discorso interpersonale, per rivelare il suo senso e la sua fun zione. Esso viene invece esorcizzato col tradurlo imme diatamente in un segno, anzi, in un sistema di segni dotato di un alto indice di coesione interna, la cartella clinica. La cartella clinica rappresenta lo schema di una in dagine che procede spedita lungo percorsi prefissati, itinerari obbligati cui inerisce un senso perché sottesi da una filigrana d'intenzionalità, 1a stessa che organizza il funzionamento -organico. Dapprima la cartella clinica funziona come una do manda, come un sistema di interrogativi, successivamen te essa si trasforma in un archivio, in una memoria che immagazzina dati. Questi dati (valori numerici, stime qualitative, diagrammi) vengono confrontati con indici di « normalità » e chiamati in tal modo ad esprimere, quantificata, la malattia. La terapia, specifica, interviene là dove i valori si scostano dalla norma per operare una loro « correzione », un ravvicinamento agli indici di normalità. In questo contesto, il momento sintetico si esprime in termini di « compensazione » del deficit rilevato: il malato è guarito quando il suo quadro dia gnostico risulta compensato, altrimenti la terapia con tinua sino ad appianare lo scompenso. La cartella cli nica, insomma, funziona come un bilancio che si deve chiudere in pareggio. Ciò che non si lascia catturare in questo quadro, che deborda da ogni riduzione è la ma lattia psicosomatica, quella che non trova il suo aggan cio nell'alterazione organica e che si reitera nella ripe tizione del sintomo. Essa funziona come il grido dell'isterica che scuote l'istituzione, che mette in crisi i supporti stessi del di- 32
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