Il piccolo Hans - IV - n. 15 - luglio-settembre 1977
Il set Va a vedere un «si gira» (con chi? con Lizzani? con Pontecorvo? o forse con Fabrizio Onofri?). E' in curiosito. Molti anni prima ha letto un articolo di Emi lio Cecchi sul lavoro del regista e dell'attore secondo la maniera di Hollywood: quest'ultimo non era che una marionetta. Il regista gli indicava tutto: come spalan care gli occhi, o socchiuderli, come muovere la mano sinistra o piegare il collo, come sedersi sulla poltrona... Sul set non è proprio così, ma tutta la folla degli operatori, costumisti, segretarie, elettricisti, fonici, truc catori, eccetera non scomparirà più dietro ogni imma gine, o sequenza, vista dopo di allora sullo schermo. Non c'è aura, non c'è illusione. La macchina vince la lettera. Luci, operatori, moviole, ciak, scene ripetute, scene cancellate, scene girate fuori dall'ordine di proie zione: tutto sfonda lo schermo. Il rantolo di morte del la protagoni�ta quando sarà riuscito? la prima volta? la quinta? la decima? Q uasi nell'ordine Rimangono i vecchi film, quelli ancora goduti nel fervore dell'adolescenza, o visti in qualche occasione «sperimentale ». L'uomo di Aran, Ottobre, L'incrocia tore Potemkin, I vamp iri di Murnau, Borinag e... Quasi nell'ordine di preferenza. A ben vedere: tutti in bianco e nero, pressoché tutti «muti» (o quasi). E quasi senza intreccio. Molto documentario, molto figurativo; e, ov viamente, Eisenstein ii.ber alles, molto montaggio. 184
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy