Il piccolo Hans - IV - n. 15 - luglio-settembre 1977

segreto professionale, e non parliamo troppo del modo con cui è osservato, voglio dire nella pratica della vita all'ora del cognac. Ma non è questo l'ambito del segreto professionale, infatti se fosse dell'ordine del privato sa­ rebbe dell'ordine delle stesse fluttuazioni che social­ mente hanno accompagnato la generalizzazione nel mon­ do della pratica dell'imposta sul reddito. Si tratta d'al­ tro, e propriamente della lettura per cui il medico è capace di condurre il soggetto al punto di una certa pa­ rentesi, quella che comincia alla nascita e finisce alla morte e che comporta le questioni che vanno dall'una all'altra. In nome di che cosa i medici dovranno decretare il diritto o no alla nascita? Come risponderanno alle esi­ genze che molto rapidamente confluiranno nelle esi­ genze della produttività? Infatti se la salute diventa l'oggetto di una organizzazione mondiale, si tratterà di sapere in che misura sia produttiva. Che cosa potrà opporre il medico agli imperativi che farebbero di lui l'impiegato del dominio universale della produttività? Non vi è altro terreno che quel rapporto per il quale egli è il medico, cioè la domanda del malato. E' all'in­ terno di questo rapporto saldo dove avvengono tante cose che si trova nel suo valore originale la rivelazione di quella dimensione la quale non ha nulla d'idealista ma è esattamente ciò che ho detto: il rapporto al go­ dimento del corpo. Voi medici che cosa avete da dire su quello che c'è di più scandaloso in ciò che segue? Poiché se era ecce­ zionale il caso in cui l'uomo finora proferiva •« Se il tuo occhio ti scandalizza, strappalo », che cosa direte dello slogan « ,Se H tuo occhio si vende bene, dàllo via »? In nome di cosa parlerete 1 se non di questa dimensione di godimento del proprio corpo e di quanto di parteci­ pazione a tutto ciò che può esservene nel mondo essa impone? 18

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