Il piccolo Hans - IV - n. 15 - luglio-settembre 1977

non si vede che è qui il punto centrale dove si radica la teoria della libido di Freud, si perde semplicemente di vista l'essenziale. E' perderlo di vista voler rag­ giungere gli schemi preformati di una pretesa psicolo­ gia generale, elaborata nel corso dei secoli per rispon­ dere a bisogni estremamente diversi, ma che costituisce lo scarto della successione delle teorie filosofiche. E' ancora perderlo di vista non vedere quale nuova mes­ sa in prospettiva, quale cambiamento totale di punto di vista è introdotto dalla teoria di Freud, poiché allora se ne perde insieme la pratica e la fecondità. Uno dei miei allievi, esterno al campo dell'analisi, mi ha chiesto molto spesso: lei pensa che basti spiegare questo ai filosofi, che le basti tracciare su una lavagna lo schema del suo grafico perché reagiscano e com­ prendano? Io non avevo al proposito, certamente, la mm1ma illusione e anzi troppe prove del contrario. Malgrado ciò, le idee vagano e nella posizione in cui siamo in rapporto alla diffusione del linguaggio e il minimo di stampato necessario perché una cosa duri, basta. Basta che sia stato detto da qualche . parte · e che l'abbia sentito un orecchio su 200 perché ne siano assicurati gli effetti in un futuro abbastanza prossimo. Quando parlo della posizione che può occupare lo psicoanalista, indico che è la sola dalla quale attual­ mente il medico possa mantenere l'originalità di sem­ pre della sua posizione, cioè di chi deve rispondere a una domanda di sape!'e, sebbene non lo si possa fare che conducendo il soggetto a volgersi dalla parte oppo­ sta alle idee di cui si avvale per presentare questa do­ manda. Se l'inconscio è ciò che è, e non una cosa mo­ notona, ma al contrario una serratura più precisa pos­ sibile il cui maneggiamento è solo quello di aprire, nel modo inverso di una chiave, quello che è al di là di una cifra, questa apertura non può che servire il soggetto 16

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