Il piccolo Hans - IV - n. 15 - luglio-settembre 1977

il soggetto che genera, non può sapere quello che vuole. Per lo meno quello che vuole sorge da un avanzamento. la cui marcia accelerata, ai nostri giorni, ci permette di vedere che supera le sue stesse previsioni. Non può già farci pensare, per esempio, il fat­ to che il nostro spazio, planetario o transplanetario, pulluli di qualche cos . a che bisogna ben chiamare voci umane che animano il codice da esse trovato in onde il cui incrociarsi ci suggerisce tutt'altra im­ magine dello spazio di quella in oui sfaccendavano i vortici cartesiani? Perché non par.lare anche dello sguardo che è ora onnipresente sotto forma di appa­ recchi che vedono per noi negli stessi posti: ossia qual­ che cosa che non è un occhio e che isola lo sguardo come presente. Tutto questo possiamo metterlo all'atti­ vo della scienza, ma ci fa toccare ciò che qui ci con­ cerne, non dirò come esseri umani, poiché in verità Dio sa che cosa si agita dietro questo fantoccio che chia­ miamo uomo, l'essere umano, o la dignità umana o qual­ siasi denominazione dentro cui ciascuno mette quello che intende con le sue ideologie più o meno rivoluzio­ narie o reazionarie... Noi domandiamo piuttosto in che cosa ciò concerne quanto esist , e, i nostri corpi? Voci, sguardi vaganti, sono sì qualcosa che viene dai corpi, ma sono strani prolungamenti che a prima vista, e an­ che alla seconda e alla terza, hanno ben poco rapporto con quella che chiamo la dimensione del godimento. E' importante collocarla come polo opposto, poiché anche qui la scienza sta riversando certi effetti che non man­ cano di comportare qualche posta in gioco. Mat,erializ­ ziamoli sotto forma dei diversi prodotti che vanno dai tranquillanti agli allucinogeni. Ciò complica singolar­ mente il problema di quanto finora, in modo puramente poliziesco, è stato definito tossicomania. Se un giorno saremo in possesso di un prodotto che ci permetta di raccogliere delle informazioni sul mondo esterno, non 12

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