Il piccolo Hans - IV - n. 15 - luglio-settembre 1977

un artificio se è vero che il figlio del re nasce da un atto costituzionale e che noi tutti siamo in fondo figli di re 5 • Contro invece Marguerite Duras, e, insieme, «Alice dans les villes» di Wenders, il sHenzio e l'esilio, per i raffinati esperti che frequentano le sale estere, vorrei ricordare due film di Herzog: « Herz aus Glass », del 1976 («Coeur de verre», doppiaggio francese per man­ tenere il duplice vetro-bicchiere), e il precedente «L'e­ nigma di Kaspar Hauser». Le «stanze» di Herz aus Glass sono quelle di una vetreria dove si è perso, con la morte del capo-operaio, il segreto del vetro rosso, e quelle del castello, dove si piange tale perdita. Una è la bocca che poteva rivelare il segreto e tramandarlo, e si è chiusa per sempre sull'oggetto rosso, vivo, palpitante, e perduto. Ma due sono i luoghi: quello in cui si lavora febbrilmente, e in silenzio, a cercare di riprodurre il bicchiere rosso e quello dove si snoda il lamento del figlio del signore. Qui la «geografia» è rispettata. Ve­ treria e castello sono a ridosso, e l'invocazione del gio­ vane (che è contemporaneamente l'amante lontano e il signore del castello) fa · il giro dell'oggetto perduto. ,1 lato del castello, la vetreria, in cui l'oggetto dovrebbe apparire nel silenzio, è la mostra e il fallimento. Ls. stessa bocca chiusa del capo-operaio morto diviene la «stanza» del poeta (il figlio minore e il capo-famiglia ucciso di Totem e Tabù e Mosè e il monoteismo, inco­ minciano a sovrapporsi e a stridere negli slittamenti' delle figure edipiche) il cui padr.e (il vecchio signore detronizzato e intronizzato) non è morto, ma «già mor­ to», paralizzato su una sedia a rotelle. Finché l'ucci­ sione della bella, il sangue rosso per il vetro rosso, non sottolinea, nel segreto, che l'oggetto non coincide con il possesso dell'amata, se non nella formulazione di una parola persa. Kaspar Hauser non parla, non cammina, non ragiona, è un monumento che appare un bel mattino in mezzo 117

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