Il piccolo Hans - IV - n. 15 - luglio-settembre 1977

amico, sia di sesso maschile o femminile, ci domanda qualcosa, non è affatto identico, è anzi talvolta diame­ tralmente opposto, a quello che desidera. Vorrei riprendere qui le cose da un altro punto e far notare che se è concepibile che si arrivi a una esten­ sione sempre più efficace dei nostri modi d'intervento riguardo al corpo umano e sulla base dei progressi scientifici, il problema non potr,ebbe essere risolto a livello della psicologia del medico, dando una rinfre­ scata al termine di psico-somatico. Permettetemi in­ vece di indicare come faglia epistemo-somatica, l'ef­ fetto che sta avendo il progresso della scienza sulla relazione della medicina con il corpo. Qui, ancora una volta, per la medicina la situazione è sovvertita dal- 1'esterno. E per questo appare con chiarezza quanto, prima di certe rotture, restava confuso, velato, mischia­ to, ingarbugliato. Poiché quello che è escluso dal rapporto epistemo­ somatico è proprio ciò che propone alla medicina il corpo nel suo registro purificato. Ciò che si presenta così si presenta da povero alla festa nella quale il corpo raggiava poco fa per il fatto di essere interamente foto­ grafato, radiografato, calibrato, diagrammatizzato e con­ dizionabile, date le risorse veramente straordinarie che ha nascoste in sé, ma forse anche questo povero le apporta una possibilità che viene da lontano, cioè dal- 1'esilio in cui la dicotomia cartesiana del pensiero e dell'estensione ha proscritto il corpo, dicotomia che la­ scia completamente cadere la questione non del corpo che essa immagina, ma del corpo vero nella sua natura. Questo cor;po non è semplicemente caratterizzato dal­ la dimensione dell'estensione: un corpo è qualcosa che è fatto per godere, godere di se stes · so. 1La dimensione del godimento è completamente esclusa da quello che ho chiamato il rapporto epistemo-somatico. Infatti la scienza non è incapace di sapere ciò che può ma, come 11

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