Il piccolo Hans - IV - n. 15 - luglio-settembre 1977

« mare dell'Es», la psicoanalisi troverebbe il proprio limite nell'interminabile lavoro dell'Io :(pp. 45-46). In definitiva se la riduzione dell'analisi ad « analis� critica» fa giustizia di tutte le interpretazioni freudiane da « festival della soggettività» e da panacea della libe­ razione, non si sottrae invece a una concezione dina­ mico-processuale del soggetto (che in Freud compare come uno dei momenti della sua analisi) tutta fondata sulla seconda topica. In essa l'Io è « il luogo di una bat­ taglia (ilchspaltung) e al contempo un tentativo di con­ ciliazione». L'analisi critica opera in questo modo una profonda riduzione, in Freud infatti l'Ichspaltung non si dà come una battaglia, non è1 un concetto dinamico dialettico, ma trova una significazione logica di fronte alle diverse modalità strutturanti della negazione. (La negazione non risulta essere in Freud « una funzione del dominio e della coscienza» come afferma Rella (p. 39) ma un livello radicale di strutturazione simbolica - cfr. il nostro « Fra alienazione e specularità» in « Il piccolo Hans» n. 11). Che non vi sia mediazione dialettica nella scissione intrasistematica dell'Io ha una portata logica di primo piano in quanto introduce a tutti i livelli dell'apparato psichico il principio di non contraddizione accentuando nella strutturazione soggettiva le determinazioni logiche rispetto a qualche significante nodale. Di fronte ad esso il soggetto va a costellarsi in una complessa disposizione sistematica che rileva della logica del significante e non della dialettica degli opposti. Quanto all'inconscio esso viene letto come un mare (See), un serbatoio remoto di energie incontrollate (il concetto di pulsione si riduce a fonte energetica): « mare deUe contraddizioni e della pluralità esterna e interna al soggetto». Rovesciando le posizioni freudiane l'Es « viene contenuto e lavorato nel processo attraverso cui l'Io diventa, attraverso cui l'Io si costruisce in un pro- 106