Il piccolo Hans - anno IV - n. 14 - aprile-giugno 1977

to esiste tra fa « parola vuota» e la« parola piena». Per­ tanto la nozione di « parola vuota» implica il sorgere della « parola piena», mentre la nozione di «occhio», nel suo profondo significato, ha una sua propria configu­ razione nello stadio chiamato « stadio dello specchio » nel quale l'immagine si sovrappone al reale-materiale, che fornisce al primo gli elementi corporali di identifica­ zione, « il corpo per lui non è nulla eccetto che ciò che gli è dato di cogliere nell'al di là del corpo reale, nell'im­ magine» (Cahiers pour l'analyse - , cit., pag. 256); l'occhio è così 1'essere del soggetto nello « stadio dello specchio » e per meglio chiarire questo Tapporto tra l'immagine-oc­ chio il corpo reale e il soggetto basta citare una frase di Lacan « Giacché tali oggetti (oggetti fantasmatici), parzia­ li o no ma certamente significanti, - il seno, l'escremen­ to, il fallo, - il soggetto li guadagna o .Ii perde, ne è distrutto o li preserva, ma soprattutto egli è questi ogget·ti.-.-. >> (J. Lacan, « Scritti», cit. 1 pag. 609). Questa frase sta ad indicare come il soggetto si identi­ fichi in quegli oggetti ma si identifichi essendo un « oc­ chio» m·ateriale messo in scena dalla struttura « come macchina originale che mette in scena il soggetto» (J. Lacan, �, Scritti », cit., pag. 645). Esaurito lo « stadio dello ,specchio» il soggetto-oc­ chio, mediante la« parola piena», ci_ o èl mediante il simbo­ lico, mostra i propri effetti come « parola v:uota» for­ mando ora il « discorso dell'immaginario» che occulta il « discorso simbolico». Non è nello intento di questo scritto mostrare la continuità dialettica tra i due stadi dell'immaginario e del simbolico, ma ciò che interessa . è soltanto aver visto come dall'occhio della posizione di superficie (occhio percettivo) si sia passati, per un movi­ mento introf.lessi'\'o, all'occhio-soggetto ne1lo« stadio del­ lo specchio » e che quesi to manifesta le proprie esigenze come « parola vuota» mediante la compiacenza della « parola piena», e che anzi · è proprio questa parola pie­ na che ci permette di mostrare l'occhio nella sua autono­ mia, come sfidante a distanza della stessa �, parola pie­ na», la quale a sua volta permette a se stessa di distin- 41

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