Il piccolo Hans - anno IV - n. 14 - aprile-giugno 1977

limiti dell'organizzato, ritrova il mostro (G. Deleuze« Dif­ ferenza e ripetizione», Bologna, il Mulrino, 1974, pag. 76). A B G Sfidante A Sfidante B Giudice r--- ,..... ,.....,-.,---..... I ,, ,,,, I ', GI I A I J', I ,/ 'v 1 -)/ ,, I/ I',� L/\ ,, I "'"' -l j--A--B 1' >( "" '':/ I \ / I I I\ / I '- / I I '\ / I ' / I I <, 1 · ,,,, v I L__ .:::--:::-J__.,....__ ..:.J Campo di tensione della sfida La sfida lanciata da Duchamp si sottrae alla «' rappre­ sentazione orgiaca», per situarsi piuttosto nella« rappre sentazione organica» (Deleure); ho detto piuttosto per seguire Deleuze, ina sarebbe più opportuno dire« struttu­ ra topologica» per seguire Lacan. 2) Sfida topologica-strutturale Abbandonata la tensione elettrica, presente nella sfi­ da precedente, ci troviamo dinanzi ad un oggetto-retico­ lo che ha « uno spazio unito, al centro, all'esteriorità della sua circoscrizione in una convergenza puntuale: il suo esterno periferico è il ·suo esterno centrale. Il fuori passa nel ,dentro» (Cahiers pour l'analyse, Torino, Borin­ ghieri, 1972, pagg. 30-31). Già questa presentazione ci rende più -difficile ogni fantasia; poiché ogni immagine immediata viene trasgredita, cosicché siamo obbligati ad intraprendere una analisi la più rigorosa possibile per non lasciarsi suggestionare da facili risultati. La definizione che abbiamo ,dato dell'oggetto reticolo annulla la stessa possibilità di definizione, cioè ogni di­ chiarazione è già una distanza dall'oggetto dichiarato, a meno che non sia l'oggeito stesso a ,dichiararsi, cioè a imporre le proprie linee topologiche, per cui la topolo- 28

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