Il piccolo Hans - anno IV - n. 14 - aprile-giugno 1977

testimone dell'Altro nel linguaggio, ostacola le proiezio­ ni ummaginarie che di ogll!i lettUJra fanno un delirio in potenza. E' dunque nel foro interiore del lettore - fo- · rum, fiiera, dove fa fiasco l'incontro e souk, dove lo scam­ bio è sottomesso al patto sociale della parola - è lì che la lettura fa funzionare i poli dello schema L. Tutto ciò che nel testo appartiene alla referenza: significato coagu­ lato in doxa, per citare Roland Barthes, modello di rea:1- tà, ossia tutto ciò che al messaggio ,scritto conferisce coerenza, ·s'immobilizza sull'asse immaginario a... a', per­ mettendo al lettore di ritrovarsi attrav , erso identificazio­ ni nar i cisistiche. Però, nello stesso tempo, il signifiicante che così si riferisce ad un «referente» formato daH'iin­ maginario ,sociale, si riferisce anche all'ins1eme di tutti i significanti de « Lalingua » per differenziarsene. Per que­ sto ciò che appartiene alla differenza nel testo - diffe­ renza ampliificata dal posto più grande che metafora e metonimia occupano nel messaggio scritto - fa appello all'Altro del lettore, impedendo così che i rami dello schema L si ripieghino in un'identificazione stabile e che al baccano del foro interiore succeda un silenzio di tomba. Così, nel tempo della ·lettura uno ·spazio è offerto al soggetto del signifiicante affinché vi si raccolga e di­ sperda, si suturi e si fenda nel ·suo conÙnuo divenire. Tale interlocuzione inteniore è costantemente occulta­ ta dai testi a dominante ideologica ma è chiaramente leggibile nei testi detti letterari, in quanto mettono in ri,lievo 'le «�ettere» sulle quali giocano, o poetici in quan­ to lasciano vedere in questo significante lo stampo che li designa come artifici �dal greco poiesis: creazione). Mentre i primi ·« ·si ,leggono da soli» e si fan passare per il rieale, gli altri riconoscendosi come disco11so esigono la partecipazione del lettore. Consi 1 deranido i testi a dominante ideologica, appare · rap1damente, che la conoscenza del mondo e l'organizza­ zione ,del reale è o1Jtenuta dal modello di realtà che essi mettono all'opera ,solo al prezzo di un mis c onoscimento del significante e del soggetto. Nel discor.so « -scientifi­ co», «politico» o in quello del «buon ·senso», non è il 19

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