Il piccolo Hans - anno IV - n. 14 - aprile-giugno 1977

un'intesa che si coniuga nei tempi (presente e futuro) del Tempo. La gente senza memoria che ho visto aggirarsi questi giorni nell'affollato vuoto dell'università portava a rappre­ sentazione la rottura di ogni attesa, e di ogni intesa: come se per foro appunto non ci fosse stata attesa, sulla terra. L'integrazione del giovane, la sua socializzazione, è da sempre stata al cuore di ogni progetto di società; fosse l'Emile di Rousseau, o lo studente di Berkeley, egli accedeva all'esistenza sociale attraverso ,la nascita a un presente che lo attendeva. C'era un posto per lui, sulla terra. Il nuovo giovane è un intruso; non c'è posto per lui nel mercato del lavoro (né sulla terra, dunque). L'e­ sperienza di questo rifiuto segna la generazione dei « con­ temporanei» come la generazione rifiutata. La disaffilia­ zione che essi recitano è il rifiuto rovesdato. Nel Tovescia­ mento il Rifiuto si mostra per quel che realmente era: un meccanismo di integrazione inceppato. Questo resto di umanità non impiegabile, intrusa, è il rifiuto (trash) prodotto .dal meccanismo sociale · bloccato. Come tale, non si fa carico della custodia dell'esistènza passata. E' un'aiJleanza che cade. Un debito che non si riconosce più al creditore. Nessun passato vale per chi non ha posto: non ci può essere ossequio per il patrimonio del passa­ to se questo patrimonio è sterile di futuro, e costruisce solo crediti. Il passato è presente a questi nuovi giovani come lotta per il presente oppresso. Il passato è qui, e ora, nella forma presente di una oppressione, ed emarginazio- . ne, da combattere. « Io vengo dalle borgate»: in questa frase c'èl tutto il passato che il giovane può portare con sé, qui e ora. Un passato che è la sua storia: e precisa­ mente, ciò che dalla storia è stato tra-lasciato. Tutto il passato che c'è ,è la propria storia. In questa angustia di spazio non indugia altra memoria, né si trattiene altro 153

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