Il piccolo Hans - anno IV - n. 14 - aprile-giugno 1977
Conta invece ciò che li ha cementati saldamente insie me, fino a provocarne la scrittura. Che non è racconto, né confessione, ma volontà all'analisi. Fino ad oggi la domanda che qui torna si aggirava provvisoria, e incer ta, come un sospetto ·che su niente si ferma, perché niente lo trattiene. Oggi i pensieri si fermano su impres sioni, scene, eventi, corrispondenze, ritorni; in più chia re e compiute determinazioni. Dimenticare, e ricordare; la memoria. Intorno alla memoria il corpo traccia la sua storia, e produce il suo sapere. La dimenticanza attiva e la memoria conducono la danza, a volte una ridda, o un sabba, in cui il soggetto di ' volta in . volta si perde e si ritrova; tutto ciò che dal soggetto è vissuto, sperimenta to, assunto nella propria materiale organizzazione, ripe te il ciclo organico della digestione, nelle forme dell'assi milazione che produce più corpo, e dell'espulsione che vigila sulla nocività di un · ecoesso di nutrimento, perché rimanga ancora posto per il nuovo cibo, per l'ancora quantità da ingerire. •Per il do:i;nani. Nessun presente po trebbe esistere senza questa facoltà di dimenticare. Ma anche, nessun presente potrebbe esistere senza la capaci tà di memorizzare, trattenere, assimilare: darsi nutrimen to è tutto questo. Fuori della memoria non c'è futuro, né progetto. Lo studente che incontro nella facoltà occu pata è una macchina a cui s'è inceppata la facoltà dell'as similazione: di niente fa memoria dunque. E di niente fa promessa. Gli sono sbarrate le strade del progetto. Non parla nemmeno più di rivoluzione. Parla di bisogni da « scaricare» qui e ora. Solo il trattenimento (anale) della memoria permette di imparare a disporre anticipa tamente del futuro. Quando l'uomo ha perduto la memoria, e s'è fatto radicalmente, e senm residui, «contemporaneo», non può che -aggi1riarsi in un pieno in cui nulla gli appar tiene. Il pieno del tempo storico lo rifiuta: il tempo gli 151
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