Il piccolo Hans - anno IV - n. 14 - aprile-giugno 1977

per formalismo giuridico, o per cecità e routine non ave­ vano esitato a prendere a cannonate i gollisti». Dunque, la· guerra civile. Dunque una situazione -di trapasso -da una vecchia Legge - decrepita ma tenace - e l'urgenza di Leggi nuove, che ancora non ci sono. Bisogna negoziare con le vecchie Leggi, o farle saltare per aria - tutte e subito - e sostituirle con altre, · assolutamente nuove? E non è lo stesso dilem:q:ia di oggi (di sempre?). Come spi , egare altrimenti la divaricazione - di tensione, di attenzione, di umori - che è stata notata, criticata, biasimata negli ultimi mesi? Si sono visti rispettabili padri di famiglia, che fino al giorno prima se ne stavano seduti in pace sulla spalletta del ponte, in attesa che passasse il cadavere di qualche loro amico, eccitarsi d'improvviso allo stormir -di fronde e sbracciarsi in effu­ sioni affettuose per la pattuglia di guastatori che stava arrivando - la P 38 in pugno - per far saltare il ponte su cui erano seduti. Cosa faremo di fronte ad un fenomeno del genere? Ridaremo dignità alle os ,servazioni « di costume» di un Enzo Biagi (« Pellirosse nostrani», Corriere della Sera, 24 febbraio) su presunti « articolisti borghesi che riesco­ no a conciliare tutto, Vogue e Il capitale »? Mai più. Cercheremo di affrontarlo nella sua naturale dignità teo­ rica, quale risulta eviqente a chi tiene ancora a mente le vicende del film. Cos'era accaduto in realtà? Cos'è acca­ duto? si deve dire, perché il fenomeno non pare affatto risolto. Tutto era cominciato - scrive Luigi Covatta su « la Repubblica» ( , « Il partito comunista e i movimenti», 22 marzo 1977), già « mentre Federico Staine, sui « Quader­ ni Piacentini»» aveva teorizzato una sorta di divisione del lavoro fra i due poli, quello della pratica sociale di massa e quello della presenza nelle istituzioni. Apocalitti­ ci e integrati si erano così trovati -d'accordo nel giustifica­ re insieme il successo elettorale -del P.C.I. e le ragioni dell'agitazione sessantottesca». Ma non è proprio quello che voleva il colonnello giap- 145

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