Il piccolo Hans - anno IV - n. 14 - aprile-giugno 1977
a mala pena l'imbarazzo: cos'è? ci si vuol far credere adesso che il rapporto fra cinema popolare e cinema d'arte non è quello che ci è stato sempre rappresentato? I turbamenti del giovane festival sono stati risolti (ma fino a quando?) dall'intervento di una autorità accademi ca locale (Parma è vicina, con la sua Università): non è possibile che ci siano troppe cose · serie in un film popola re: c'è troppa ·« narratività », troppo racconto, troppo in treccio. Ci si diverte troppo. Dove si narra a vele trop po spiegate, vuol dire che si naviga in aoqua bassa. C'è poco da sondare, c'èJ poco da esplorare. E' una traversa ta superficiale. Nel « 1Ponte sul fiume Kwai » si racconta a lungo, si narrano moltissime cose le une alle altre strettamente intrecciate, ma se 1 le aoque di quell',asiastioo fiume fossero superficiali perché risulterebbe così urgente drammatica e complicata la costruzione del ponte? Eccole, pressappoco, le cose straordinarie che accadono in questa vicenda cinematografica: nel cuore della Birma nia, nel corso della ·seconda, ultima (per ora) guerra mon diale, un ufficiale inglese è prigioniero - con i su.oi · uomini - dei giapponesi. L'ufficiale inglese, colonnello Nicholson ha la faccia scavata, ·la ,dignità segaligna, la · determinazione caparbia di Alee Guiness. Pensate quan to è matto il suo avversario, e parigrado, il colonnello giapponese Saito ,(Sessue Hayakawa). Pretende che i solda ti inglesi, prigionieri di guerra, si prestino a ricostruire un ponte, il ponte sul fiume Kwai, indispensabile alle strategie di guerra dei giapponesi, e - più - pretende che lavorino manualmente anche gli ufficiali, ciò che è fermamente proibito dalla convenzione di Ginevra. Il co lonnello Nicholson (da questo momento in poi cerchere mo di chiamarlo semplicemente Alee Giuness) risponde no, no, e poi no. Si fa insultare, malmenare, maltrattare, mettere a:gli arresti ma non cede di un palmo. Anche in una situazione di prigionia, di totale dipendenza dal ne mico, di totale impotenza, ci sono delle leggi da rispetta re e da far rispettare. Nemmeno una circostanza assoluta mente eccezionale qual'è la guerra, e la prigionia di guer- 139
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