Il piccolo Hans - anno IV - n. 14 - aprile-giugno 1977

per poi costruire il socialismo passando per 1a vita del compromesso. Dopo questa lettura del movimento non ci sono che due vie: o la criminalizzazione o l'attesa che il movimento si dia un'organizzazione, si unifichi attor­ no a un progetto «chiaro ' », e si dia una rappresentazio­ ne di sé che non còincida col corpo, il gesto, il riso, il giuoco, il grido, lo scontro, ma che sia appunto rappre­ sentanza con dovuti obiettivi e ragionevole, anche se az­ zardata, piattaforma. iLa prima via è percorsa, con mille complicità, dal potere democristiano. La seconda via, tra denunce e misconoscimenti, tra autocritiche e sovrap­ posizioni, tra cavalcamenti e tattici consigli, è percorsa dalla sinistra, vecchia e nuova. Tutti son pronti a riconoscere la drammaticità di ciò che è dietro e prima del movimento: 1a crisi, la disoccu­ pazione, la disgregazione sociale, la non risolvibilità del­ la contraddizione e dei bisogni nell'organizzazione po­ litica. Ma si pretende che queste ragioni parlino lo stesso linguaggio di chi domanda ragioni. E si pretende insomma che esse siano un'ulteriore articolazione della razionalità capitalistica, o almeno percorrano forme già note dell'eversione giovanile, in modo che le risposte sia­ no sempre opportunamente adeguate, nella sicurezza pro­ pria di chi nel democratico dibattito differisce i proble­ mi. Accorrono i sociologi a definire, pescando con soler­ zia nella fitta maglia della cronaca, la differenza tra que­ sto e altri movimenti in rapporto aHe istituzioni. Accorro­ no i politici a esorcizzare, con. una girandola di definizio­ ni, la pericolosità: e la gradazione del chiaroscuro, in pochi mesi, è sorprendente. Le immagini del diverso, una volta classificate, aprono -lo spazio per il riconosci­ mento della'«parte sana», per l'accredito di quanti con­ servano, nella tempesta e nonostante la crisi, l'identità di figli pronti a ereditare responsabilmente le preoccupa­ zioni politiche dei padri, i loro ideali, la loro storia, la loro memoria: tutti frammenti che non hanno a che fare, si sa, con l'accumulazione capitalistica. Antonio Prete 136

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