Il piccolo Hans - anno IV - n. 14 - aprile-giugno 1977
l'esclusione dal lavoro che impedisce ai giovani di aprire vertenze nei confronti dell'istituzione che si propone di «formare» per il ihworo, impedisce di vivere ol'istituzione . come un analogo della: fabbrica e di vivere la società come uno spazio dove i vari soggetti contrattano, in rapporti di forza, il potere. Ma anche se la �< prospettiva» ci fos se, la «critica del lavoro» rovescerebbe ugualmente il suo senso e le sue forme nell'istituzione. Sicchè l'invito alla partecipazione cade nel vuoto: partecipare a che co sa? Sacrificare che cosa? Il suo senso può poggiare solo nella fiducia che ci siam;> nei giovani quelli che continua no ad essere chiamati «ideali» e ci sia della «responsa bilità»: fiducia, ideali, responsabilità sono le più equivo che, codine, dolciastre parole della · «politika». L'aspetto visibile di questa partecipazione doveva esse re, nella scuola, la cosiddetta «gestione sociale»: forma lizzazione del partecipare, costruzione di figure dislocate in . percentuali rappresentative sulla scacchiera dell'istitu zione. Ma i due elementi costitutivi della scuola,·· e cioè la comunicazione culturale nel rapporto didattico e la formazione professionale per una occupazione, restava no fuori dalla gestione, e per ragioni politiche: per l'e straneità degli studenti al sapere riprodotto e · «discipli nato» e per la gravità della crisi economica e politica. Per questo la prima cosa che un movimento travolge e rende «inoperosa» nell'istituzione, è la rappresentanza regolarmente eletta. Questi studenti, s'è sentito dire, rifiutano il confron to, non si muovono nell'orizzonte . della politica, i loro gesti sono , sì sintomo della disgregazione, della caduta d'u na «tensione ideale», ma costituiscono la nuova onda di «irrazionale», di cui si possono cercare le matrici e le fonti (naturalmente) nell'irrazionalismo degli inizi del secolo, che fluì, tra nichilismo e massimalismo, nel suo letto naturale, il fascismo {la storia, in fondo, è così candida!); e poi questa eversione giovanile potrebbe peri colosamente sovvertire il quadro politico, far riconosce re come insufficienti le autocritiche oggi profuse in quel- 1'area che prepara una gestione «operaia» della crisi 135
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