Il piccolo Hans - anno IV - n. 14 - aprile-giugno 1977

lo studente non è più studente ma disoccupato, non desti­ natario d'un sapere più o meno organizzato in discipline, ma emarginato, allora il movimento prende la parola non della ricomposizione, del progetto definito, dell'alter­ nativa funzionale, ma la parola che vuole situarsi in un altro tempo e in uri altro spazio, la parola che parla rapporti sociali nuovi, frammento d'un nuovo soggetto politico. E allora: in tutti questi anni, quanto terreno di ever­ sione ·e di lotta è stato eroso, lastricato di buone intenzio­ ni, preparato ad accogliere il passo d'elefante della re­ staurazione, quanti desideri sono stati scoloriti . e poi dispersi e infine rimossi sotto il cielo delle complicate mediazioni e delle •astensioni. Quante contraddizioni sono state lette nella forma conchiusa e rassicurante della ·« spiegazione» sociologi­ ca, del riferimento ideologico alla plurima rete delle defi­ nizioni marxiste, oppure con il ricorso al sistema della psicoanalisi. E marxismo e psicoanalisi si sono spesso spartiti il campo: la storia e il soggetto, la dialettica e la rimozione, la lotta di classe e 1a nevrosi. Mentre era in questione appunto 1a storia e le sue astTazioni, mentre era in questione appunto il soggetto e la sua divisione. Su una parete dell'Aula Magna di Lettere a Siena, tra murales e dipinti c'è scritto �< Riassumendo si tratta for­ se unicamente del corpo in tutto Io sviluppo dello spiri­ to» (F. Nietzsche, Frammenti postumi 1883). La rappresentazione e l'afasia Lo spazio politico è stato vissuto come un territorio da lottizzare sec o ndo quote di « partecipazione» propoir­ zionali al ruolo sociale e alla funzione produttiva dei soggetti rappresentati. La partecipazione è stato l'asse equivoco che in questi anni ha attraversato e motivato l'essere politico dei soggetti nell'istituzione. Ma, poiché non c'è partecipazione se non attraverso un contratto, e · non c'èl contratto se non a partire dal lavoro, è proprio 134

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