Il piccolo Hans - anno IV - n. 14 - aprile-giugno 1977

radicale che 1a distingue. Per questo l'incontro del bambi­ no con la catena ' dei significanti si ancoT'erà in un sape­ re inaccessibile, storia scritta al posto dell'Altrn che ver­ rà a disto:ricere senza posa . - il - discorso cosciente. «Parlo con il mio corpo senza saperlo; quindi dico sempre più di quel che ,so» 10• Ed è questo «supplemento» al quale l'enunciatore non ha accesso - salvo considerarlo come complementarità immaginaria che lo costituisce come soggetto diviso fra :i!l sapere immaginario del isµo Io (das Ieh) e il 1 sapere impossibile del suo « io» grammaticaile (Ich), questo«io» che, come dice Rimbaud, è .un Altro in lui. E' chiaro adesso, come lo schema di Jakobson trasfe­ risce questa divisione del soggetto in una dialettica feno­ menologica, che viene , instaurata tra il'-Io e gli altri, oppu­ re ai1l'interno di un«Io diwso», squartato fra i suoi og­ getti cont�ddittori ed inadeguati. Per 1Lacan il soggetto è «tirato ai quattro angoli» di uno schema che non è più duale, come quello di Jakobson, ma -si -articola sull'Altro del soggetto; si tratta dello ,schema L: @itr o (i o ) a•o,,:::::=-----------------'"'O@ltro che Lacan commenta in questi termini: «..• la conidizione ,del soggetto S (nevrosi o ,psicosi) di­ pende da ciò ohe si svolge nell'Altro A. Ciò che vi si svolge · è articolato come un disicorso (l'inconscio è il discorso del­ l'Altro), la cui sintassi Freud ha cercato di definire in un primo tempo per i frammenti che, in momenti privilegiati, sogni, lapsus, tratti di . spiirito, ce ne ,giungono. A questo discorso, come potrebbe interessarsi il ·soggetto, se non n,e fosse parte integrante? E lo è infatti, in quanto tirato ai quattro angoli dello schema, e cioè: S, la sua ineffa­ bile e stupida esistenza, a, i suoi oggetti, a', il suo io, cioè quel che della sua forma si riflette in questi oggetti, e A il 11

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