Il piccolo Hans - anno IV - n. 13 - gennaio-marzo 1977

non aver mai dato un soldo per soocorrere la miseria umana. E questo perché JuHette la rapplI"esenta di fatto essa stessa. Come valutare in contante l'inestimabile fan­ tasma? Da dove trarrebbe il suo valore in contanti se non · dalla privazione che esso contemporaneamente si­ gnifica? Grado supremo della valutazione: l'equivalente del fantasma {la somma pagata) rappresenta non solo l'emo­ zione in sé, ma anche l'esclusione di migliaia di vite umane. Il valore si accresce ulteriormente da questo scandalo, dal punto di vista gregario. Il denaro così speso significa quindi: voluttà: esclu­ siva = fame = annientamento = valore supremo del fantasma. E' come dire: più questo denaro rappresenta migliaia di bocche, più conferma il valore del corpo espropriato: più questo stesso corpo rappresenta il va­ lore di migliaia di vite umane; cioè, un fantasma = una intera popolazione. Se non vi fosse sottrazione di de­ naro, se non vi fosse il peso rappresentato dalle mi­ serie, questa valutazione cadrebbe immediataimente nel vuoto. E' necessario dunque che vi sia, da una parte, il significato positivo del denaro in quanto rappresenta l'equivalente di innumerevoli vite umane; d'altra parte, il suo significato negativo per il fatto che viene arbitra­ riamente a compensare l'insignificanza di un fantasma: ora, questa destinazione del denaro èJ in sé arbitraria, perché il _valore del denaro stesso rimane arbitrario: in se stesso è solo un fantasma che risponde a un fantasma. Ormai la situazione precaria dell'artista o dell'uomo di lettere, cioè del fabbricante di simulacri, in seno alla Società degli Amici del Crimine è assolutamente chiara e comprensibile; il fabbricante di simulacri vi figura lui stesso come intermediario fra due mondi di valutazioni differenti. Da un lato, egli rappresenta il valore intrin­ seco del simulacro fabbricato secondo le norme istitu­ zionali, che sono quelle della sublimazione. Dall'altro, 88

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