Il piccolo Hans - anno IV - n. 13 - gennaio-marzo 1977

dall'oggettività scientifica alla quale si appella il padre, non più che dalla validità dell'ordine giuridico che egli instaura, ci si può attendere che induca da parte del bambino un allineamento che non sarebbe che sotto­ missione alla Ragione. Alla psicoanalisi resta da dire se la follia è di sua giurisdizione, o, per meglio dire, di sua competenza. E' qui ch'essa deve dire se si erige in Tri­ bunale. « Il diritto è solo un sintomo che esprime gli altri rapporti sociali sui quali si fonda il potere dello Stato» 26 • Un sintomo, è proprio per questo che ci interessa. Marx aveva ben intuito che c'era del godimento da qualche parte nella società, del godimento almeno dei beni eco­ nomici. Ed è la verità, « ma non tutta ». Noi diciamo più volentieri con Freud che la legge è il rimosso del desiderio {non la sua rimozione). E del desiderio dicia­ mo, con Lacan, che è desiderio dell'Altro, e anzi desi­ derio del desiderio dell'Altro. E' questo il punto su cui lo psicotico non sarà d'accordo. La dipendenza nei confronti del desiderio dell'Altro costituisce una serie che Lacan paragona ai ciechi di Brueghel che si tengono per mano. Catena diversamente significante rispetto alla seri� infinita delle cause e degli effetti rilevata dalla Scienza. Della legge imposta dal padre c'è solo da dire che è la legge del proprio padre e trasmessa in suo nome. La catena si stringe sintomo su sintomo. Eccoci ben lontani ,dal sintomo come lo pensava Ippocrate, che pure discendeva da Esculapio, ed è padre della medicina. A questo titolo« abilitato » a essere l'enun­ ciatore del discorso medico. Siamo con le spalle al mu­ ro, dove ci pone la Scienza: per dover dire sul desiderio ciò che essa ci sottrae, col fornire una morte tecnica­ mente controllata, in un Universo nel quale la carità sa­ maritana non esclude il fariseismo dell'anima bella, Jean Clavreul 30

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