Il piccolo Hans - anno IV - n. 13 - gennaio-marzo 1977

posto al transfert. Una spererà di sedurlo, l'altro aspet­ terà che muoia. Il fobico, che fare uguale riverenza alla legge, è in una posizione · altrimenti fragile. Qui fa difetto la garan­ zia che l'Altro possa darne: si sa il poco peso che hanno anche le affermazioni più vigorose nel dissipare una fobia, per quanto prestigioso sia colui che le pronuncia. Costui non è supposto-sapere che il tempo di un incon­ tro, d'una presenza. In fondo, il fobico ha più fiducia nell'oggetto. Per disarticolato che sia dalle catene sagnificanti senza le quali non avrebbe consi�tenza, esso non può che servire meglio come « significante tuttofare» 14 per sopperire alla mancanza dell'Altro. Ma si sa in quale scarto l'ogget­ to dev'essere mantenuto dal fobico affinché non risalti il suo'« poco di realtà». E' la condizione per la quale si reg­ ge il turbamento della fobia. L'assurdità dell'oggetto fe­ ticcio vi fa eco 15 • La fedeltà all'oggetto vi tien luogo di garante dell'invulnerabilità del desiderio, garante contro le trappole del discorso. .Oi qui, già l'Altro si trova sfidato. J>er essere nel ·« disconoscimento» (désaveu) i perversi non sono per questo gente senza ammissione {aveu) Essi occupano il posto privilegiato che il disconoscimento gli offre, interrogando il discorso e non lasciindosi catturàre dal prestigio del suo autore, l'Altro, il Padre, che si trova così duramente provocato, se non schernito. Essi lo stanano, anche quando si rifugia nell'anon�mato che il discorso del maitre procura. Il perverso sa che il Padre si può sempre umiliare. A lui egli rinvia la divi­ sione del Soggetto, di cui si fa eco la·« spaltung» del suo io (Moi). Ma il desiderio non trova· il suo tornaconto a sfuggire alla legge, e bisogna trasgredire la legge, soprat­ tutto se essa si dà come legge della natura. L'omosessua­ lità, il sadismo forniscono al caso, come il feticism_o, una soluzione. L'Altro, come luogo dove s'inscrive la metafora pa- 28

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