Il piccolo Hans - anno IV - n. 13 - gennaio-marzo 1977

concetti, impiegati più o meno a ragion veduta. L'eccesso al« genital love» o a« l'amour oblatif » e non« l'adatta­ mento alla società» hanno fatto fiasco. Si sente dire più spesso che bisogna aver •«simbolizzato la propria castrazione» o ·«sciolto il proprio noeud boroméen ». Col che non si va molto lontano, e si tradisce semplice­ mente il desiderio di ognuno di trovare un discorso che tenga, « un discours qui ne serait pas du semblant» *. Tutto sommato, preferisco ciò che candidamente mi di­ ceva una mia consulente: '«Vengo da lei, perché non so più à quel sein m'avouer » {sic., ma l'ortografia è mia, perché lei non sapeva scrivere). 1Per fortuna, spesso ascoltiamo di meglio. ,Per esempio « Le sventure di Sofia», la saggezza. Con una stessa voce parlano Giustino e Giustina: · -<< La giustizia non esiste; non ci sono che gli infortuni della Virtù». A questa provocazione a essere il Giusto, . o almeno a dire il giu­ sto, noi rispondiamo: « La Verità stessa è un dire-a-metà. ,Non condanneremo in suo nome né la loro Giustina, né la vostra Virtù. Noi non ci costituiremo in Tribunale». Pen­ siamo tuttavia che se non ci siamo attaccati, alla Verità, è perché essa qualche volta ci stringe un po' troppo forte. Per non essere un Tribunale, noi non ci interessiamo meno alla -legge.·« :Il patibolo non è la legge» e« La legge è cosa diversa {da quello che ne enuncia lo Stato) come si sa dopo Antigone», scrive Lacan 10 • Il che non contrad­ dice l'affermazione che 1a legge dello Stato ha per luogo il patibolo (o la prigione come dice Kelsen). E' da questo luogo, dove dev'essere murata « tra due morti», che Antigone sfida il principe, il quale è comunque suo fra­ tello. E' in prigione che si prova nel modo più intenso che cosa significa la libertà. �< Non s'incrimina l'uomo perché è libero, ma l'uomo è Hbero perché lo si incri­ mina» 11• E Kelsen spiega la cosa, in modo un po' re- * Titolo del seminario tenuto da J. Lacan nell'anno 1970-71. 25

RkJQdWJsaXNoZXIy