Il piccolo Hans - anno IV - n. 13 - gennaio-marzo 1977

· 6 Si sa che Freud attribuiva una grande importanza alla parodia infantile per la definizione del problema del comico. Infatti così conclude il 6 ° paragrafo dell'ultimo capitolo {« La specie del comico»): « Sebbene ciò che abbiamo esposto prima permetta di tradurre con una certa verosimiglianza il senso del . comico pressapoco in questi termini: 'comico è ciò che mal si adatta all'adulto', mi sento però incapace, considerato il mio atteggiamento nei confronti del problema del comico, di difende­ re quest'ultima proposizione con la stessa convinzione delle pre­ cedenti. Non so decidere- se la degradazione allo stato di bambi­ no sia solo un caso particolare della degradazione comica, o se ogni comicità derivi in fondo da una degradazione a questo stato» ( « Il motto» cit. p. 250). 7 Ricordiamo che il sottotitolo di « Così parlò Zarathustra» è: 'un libro per tutti e per nessuno'. ' Zarathustra, parlando della sua volontà { « Di antiche tavo­ le e nuove» p. 261) e della sua anima { « Del grande anelito», p. 271), usa l'espressione « Wende aller Not», che è la parafrasi del termine « Notwendigkeit» (necessità), per sottolineare la . cur­ vatura del destino propria dell'eterno ritorno ,(cfr. « Della virtù che dona», p. 90). Per il significato attivo del termine « Notwen­ digkeit» nella lingua tedesca, ripreso da Nietzsche, si veda F. Masini « Struttura della 'Uberwindung' nell'Also sprach Zarathu­ stra», Roma 1969, pp. 23-25. • Schopenhauer riconosce l'origine del riso nella divaricazio­ ne tra significato e significante, ma, lungi dal riconoscere il primato del secondo sul primo, si limita a registrare l'effetto comico nell' « incongn1enza» sotto un unjco significante di più significati. Incongruenza innaturale, appartenente tutta alla sfera della .« conoscenza astratta», cioè al concetto, e non alla cono­ scenza intuitiva che - come si sa - costituisce per Schope- . nha,uer la vera conoscenza. Di qui l'avversione per i giochi di parole, i « calembours», il doppio senso, l'equivoque, la cui comicità Schopenhauer definisce « fiacca e superficiale», poichè, dall'accostamento 'casuale' di due o più significati racchiusi in una parola si è portati a credere non all'essenza delle cose che le parole rappresentano, ma nella realtà delle parole, « conside­ rando come tale il suono della parola» ,(cfr. « Il mondo come volontà e rappresentazione» vol. pp. 102-106, Bari '1972). . 10 Si tratta di « Sur le rapport de Marx a Hegel» in « Léni­ ne et la . philosophie», Paris 1972. 180

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