Il piccolo Hans - anno IV - n. 13 - gennaio-marzo 1977
Adesso, che èl tornata ad essere Porzia, glielo chiede, e lui non può ridarglielo. L'apparentamento di questo tema ai due precedenti non è misterioso. Anche qui c'è una divaricazione fra signifiéante e significato, fra ciò che è e ciò che appare, fra la fedeltà di fatto che Bassanio osserva a ,Porzia, e la fedeltà apparentemente tradita con il cedimento del l'anello. Che nella sua circolarità, nella sua referenzialità tutta interna, chiude giustamente il dramma. Il driamma però avrebbe potuto, a rigor di termini chiudersi al quarto atto. Che strano, per un dramma shakesperiano che nasce naturalmente formulato in cin que atti. Come mai, allora, il processo è al quarto? E' una cosa che ha imbarazzato i critici, e giusta mente. Ma cosa c'è nel quinto atto, anzi nella prima . scena . del quinto atto? C'è l'esaltazione della musica, meritatamente celebre: « ,L'uomo che non ha alcuna mu sica dentro di sé, che non si sente commuovere dall'ar monia dei dolci suoni, è nato per H tradimento, per l'in ganno, per le rapine». L'uomo che non ha alcuna musica dentro di sé èJ nato innanzitutto per non capire questo dramma, che è il trionfo del1a forma. E la musica non è pura forma? Che è giocato sulla sconfitta della referenzialità. E la musica non è arte « asemantica»? Ohe tipo ' di rapporto ha inteso istituire Shakespeare con il suo pubblico, con i suoi lettori, dal 1596 ad oggi? Potrebbe essere chiaro, a questo punto. Un rapporto non diverso da quello di Bassanio cori gli scrigni, di Shylock con l'obbligazione formale scritta, di Porzia con l'anello. Lo spettatore è cortesemente, sommessamente invitato a vivere questo rapporto come rapporto di for me, come una forma (la forma del dramma). La quale . richiede una lettura letterale, ma non referenziale. Di tenersi in bilico sulla corda del significante, per non precipitare nel contenutismo più abbietto. A capire che.. 163
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