Il piccolo Hans - anno IV - n. 13 - gennaio-marzo 1977

lo penetri, lo violenti. Un testo gioca attivamente con i lettori. Tanto più nel caso di Henry James. Se è vero che egli invenrtia la tecnica narrativa del « punrto di vi!Sta», volete che questo gioco del « punto di vista» egli non lo àtrtivi anche nei confronti del lettore? Provi - chiunque lo voglia - a leggere, a rileggere adesso Giro di vite; gli capiterà di pensare un giorno che i fantasmi effettivamente d sono, . e il giorno dopo che no, che se li è sognati Mi,ss J.es r sel. Il rtesto dioe quello che dice, non solo organizzando all'interno i rapporti fra le sue componenti in un certo modo, ma anche orga­ nizzando in un certo modo i suoi rapport 1 i con il lettore. Ecco il motivo della fiducia che ho sempre accor­ dato a Goddard come critico di Shakespeare. Tanto più nel caso del' Mercante di Venezia. Perché, posto che sia pacifico per tutti: Shylock non è un �breo cattivo, è solo (poverino) un capro espi 1 atorio di una società più caittiva di lui, il problema del rnpporto del testo shakesperiano con i suoi lettori - e specie con i let­ tori del suo tempo - rimane. Cosa fa Shakespeare, quando scrive questo testo: costruisce un capro espiatorio, o denuncia la costru­ zione di un capro espiatorio da parte -deUa società del suo te�po? Lo spettatore elisa:bettiano che si precipi­ rta:va a teatro a piangere ad applaudire a schiamazzare, veniva confermato nella sua convinzione che l'ebreo è cattivo, o liberato da ,questa convinzione? Fin qui Goddard ci ha fartto da guida. Adesso do­ rvremo procedere da soli. Sarà per fortuna un tratto breve. Non ci avventureremo (chi ne a·vrebbe il corag­ gio?) in una rilettura del Mercante. Ci limiteremo a proporla. Il Mercante di Venezia è la somma di tre temi, 10 se si vuole, di tre favole: il 1 tema dei tre scrigni, il tema del processo, il - tema dell'anello. Ohe questi temi, queste rtre favole risalgano tutti e tre a favole medievali 159

RkJQdWJsaXNoZXIy