Il piccolo Hans - anno IV - n. 13 - gennaio-marzo 1977

temporaneo» nelle faccende di casa, e arruolato di au­ torità in questo piccolo esercito. E' una scorta che as 1 sicura a ;chiunque un viaggio sereno. Forse anche troppo sereno, ,troppo rispettabile. Gli shakesperisti sono certamente - tutti e ciascuno - divel'Si e più astuti di quel John Wilders, al quale tutta­ via l'editore londinese -Macmillan ha affidato nel 1969 la cura di una raccolta organica di saggi sul Mercante (Shakespeare The Merchant of Venice, « A Selection of critica! Essays» ). E che, per dire la sua e per trarre le somme nell'introduzione a questa indispensabile rac­ colta, conclude che « questo d11a1mma può essere visto innanzitutto come 'I.ma celebrazione dell'amore e della pietà, e come urna critica ironica delle persone che pro­ fessano queste virtù». La tradizione critica shakespe­ riana non è certam e nte la ricostruzione e la riscoperta delle virtù, cardinali e teologali, di cui Shakespeare sa­ rebbe il custode. Tuttavia io preferisco, come mia guida personale, un modesto oscuro professore americano di provincia ,che si chiama Harold C. Goddard. E' uno shakesperista anohe lui. Ha scritto una introduzione complessiva, dram­ ma per dramma (The Meaning of Shakespeare) pub­ blicata nel 1951, un anno dopo la sua morte, dalla Chicago Press. I fantasmi di Henry James Che cosa può raccomandare, come guida al testo shakesperiano, questo modesto scout statunitense? Jl f�nto che egli si rese pr o tagonista, agli inizi degli Anni '20, di una ,avventura mirabolante. Un'avventura critica, na­ turalmente. Prov;o a rn1ccontarla. Tutti sanrno che Henry Jamés ha scritto, fra le tante alrtre cose, un racconto di fantasmi Giro di vite (�< The Turn of the Screw»). 157

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