Il piccolo Hans - anno IV - n. 13 - gennaio-marzo 1977
Le tre citazioni' - di Marx, di Adorno, di Auden - collocate in epigrafe, possono sembrare eccessive, ed an che professorali, ed a,nohe propiZJiatorie (dell'attenzione del lettore ). E certamente , lo sono. Dirò di più. Esse rischiano di es-auriire in anticipo la sostanza del,le osser vazioni che seguono, e di renderle praticamente super flue. Salvo però che per un punto, che cercherò di espli citare nella maniera più distesa possibile. Si tratta di questo. L'idea di utilizzare Il Mercante di Venezia (Shakespeare, 1596) come modello della IOoSJtruzione . di µn capro espiatorio, mi era venuta in mente sulla base di due stimoli. Le notazioni di Auden riportato in epigrafe, ed un saggio di Adorno letto non meno di dieci anni fa, ma non del tutto dimenticato. Il . saggio ha per titolo Tabù s . essuale e diritto, oggi { 1 « Sexru:altabus tEO:d Recht heute »), si trova in un vo lume dedicato al tema « sessualità e crimine » ( �< Sexua litat und Verbrrechen », a oura di Fr i tz Bauer, Fisher Bucherei, Frankfurt am Main, 1963) e reca una tesi che riformulata (e certo ,semplificata ) sul · filo della memo ria e di una ,rapida rilettura, è fondamentalmente quella stessa di Auden. Del resito, pare proprio - alla stregua delle rivela ziioni - di B:nrico Filippini a « la Reprupblica » ( 3 dicem bre 1976) che · ci sia un brano censurato di Dialettica dell'illuminismo {l'ho riportato in epigrafe) ispirato alla ,stessa tesi. E cioè: quanto più una società è orgainiz zat,a intorno al denaro al commercio allo scambio, tanto più ha bisogno di negarselo e di imputare in capo a qualcuno, per esempio ad un ebreo usuraio, ad uno Shylock - come colpa - quelle che s o no invece le sue caratteristiche non superficiali. Fin qui tutto .fila per il suo. giusto verso. 151
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