Il piccolo Hans - anno IV - n. 13 - gennaio-marzo 1977
pensa a loro e si augurano che egli « el sterminass ,,, 1I1ella sua gran bontà; tutti i rompiscatole. Don Diegh brilla di questa luce rirflessa, come dimostra il fatto che IIlei versi in cui interviene di persona è circondato da molte vibranti faMiohe /r/, s'Ì!mbolo della potenza ri flessa che gli deriva dal fallo divino che stermina. 2.2. Un secondo esempio, forse più interessante ci è presentato neHa poesia delle Occasioni di Montale·« Non recidere, forbice, quel volto», in cui si pone anche un problema interessante a proposito della retorica dei fonemi. Non reddere, forbice, quel volto (1) solo neHa memoria che si sfolla, 2 IIlOn far del grande suo viso in ascolto 3 ria mia nebbia di sempre. 4 Un freddo cala... Durn il col po srvett,a. 5 E l'acada ferita da sé scrolla 6 il guscio di cioala 7 nella priJIIla belletta di Novembre. 8 Rima ABAC DBEC. Sintatticamente questa poesia è basata su un gioco di schemi opposizionrali: a un soggetto con funzione vocatirva (messo in risalto , dalle due virgole e dalla po sizione centrale nei! verso), forbice, + tre oggetti: volto, viso (partitivo?), nebbiia neHa prima quartina, fanno riscontro nella seconda tre soggetti, freddo, colpo, aca cia, + U[l oggetto messo in risalto dal futto di costituire un verso intero, il guscio di cicala. Voglio ora cercare di dimostrare come fa forbice rivive nella ,seconda quar tina e come il guscio di cicala rivive nella prima. I . due soggetti sottintesi (chissà perché) si ricosti tuiscono metonicamente grazie ali'organizzazione fone tica dei primi drue versi della sec o nda quartina: freddo 14.5
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