Il piccolo Hans - anno IV - n. 13 - gennaio-marzo 1977

le consonanti sorde sono associati a idee di -violenza nel contenuto manifesto del testo. Ciò porta a una conseguenza che muta fondamen­ talmente il disoorso iniziale, fa sridondanza del linguag­ gio poetico deve ora essere considerata come « une sorte de message esthémque ou musical indépendaint des mots et ,de leur contenu », nascondente e rive1at·rice di una molteplicità di senso. H piacere che il lettore di · poesia p:rova è secondo Fonagy legato all'economia deHe strutture poetiche, che, come i motti di spiri.to, sovrappongono più effetti di senso c o ndensando l'espressione. La differenza di rea­ zione del destinatario rispetto a · un motto di spirito (piacere VS risata) è data dallo Stato di complice attesa che lo anima mentre •si accinge a leggere U!Il testo poe­ tiico: ·« reverie partaigée entre 1 le poète et son lecteur ». Quest'ultimo passaggio merita a mio parere una. so­ sta: manca infatti in Fonagy il riconosoimento di un discorso diverso: ma!llca tra il poeta emittente e il let­ tore destinatario H ooncorso delle circostanze, l'esperien­ za comune di vita che non sia il Hngu:aggi,o; il poeta non si rivolge al lettore ma formula una domanda di lettura mentre scrive a uno spazio a che non gli risponde per­ ché non è mai ilà dove lo si ceroa. La simiilitudine tra testo poetico e motto di ,spirito mi sembra valida solo fino a 'll[l certo punto, nella misura in cui nel motto non è presente la mediazione/ostacolo deHa scrittura, che ha la funzione di procrastinare per omnia saecula siaeculorum la -ripetizione isterica di una domanda. E' assolutamente importante al massimo grado l'os­ servazione fatta ,da Fonagy alla fine dell'articolo: le me­ tafore assumono un ruolo fondaimentale nelle scienze, prima ancora deM'analiisi oggettiva, che esse introdu- . cono, precedono e - preparano. Fonetica: vocali scure, chiare; consonanti dure, dol­ ci, molli, « mouiHées », queste metafore riflettono una 140

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