Il piccolo Hans - anno IV - n. 13 - gennaio-marzo 1977

tivation et réévaluation», che mi sembra di gran lunga la parte più suggestiva non foss'altro che per gli stimoli e i suggerimenti che porta alla luce. Pur . parlando di « Messaggi secondari», che, oorne ha fatto notare Agosti, indicano un -assai preciso giudi- . zio di valore, Fonagy rivaluta ampiamente il rapporto esistente tra il senso (e non il sig:n,ificato) di un segno e l'incons c io del destinatario. Peccato che F,onagy, quan­ do parla _di « ,senso primo» di un morfema, sembri igno­ r-are, pur citarndo Freud, il preziÒso contributo eh.e a questo proposito ha dato Benvenis-te. Se il primo senso che affiora all'ascolto del destinatario è veramente il senso primo, non mi pare possibile attribuire l'effetto comico serp.plicemente a un fattore ,diacronico. Particolarmente degni di interesse sono gli esempi ungheresi di metafore lat e nti contenute in espressioni familiari: « larndzs a t tor ( = rivendicare i propri di­ ritti), letteralm e nte « r-ompere una lanci.a»; « kardos­ kodott» ( = difese ,la sua opinione), lett. « isguainò la spada»; ·« éles a harc» ( = la discussione - trascende),. lett. « la battaglia è al iculmine»; e anche l'osservazione sulla demotivazione dei gesti nella mimica espressiva, come il bacio che viene neutralizzato come segno di desiderio erotico nel baciamano, « hommage poli à l'a­ idresse ,d'Ullle ifemme». Corretta mi sembra anche la proposta dri interpretazione, psicologica ahimé, nel sen­ so di un meccanismo di autodifesa: « l'esprit décline la responsabilité de certaines pensées ou de · certains sen­ timents», sia pure macch i ata da pa:mle non del tutto ideologicamente ver-gini: esprit, sentiments. In poesia il messaggio « secondario» è particolar­ mente percepibile e 1� ,sua frequenza di ,ripetizione ar- . riva a definir� lo « stile» di . un poeta, come una sorta di messaggio permanente. Riportando analisi statistiche sue e di altri, Fonagy dimostra c o me l'enjambement e 139

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