Il piccolo Hans - anno IV - n. 13 - gennaio-marzo 1977
il « teatro della politica» che riaffermerà il cosmo sim bolico, senza colpo ferire, per pura virtù di parola. Fino a questo punto Antonio non aveva avuto quasi nessuno spazi� nel dramma. Figura appena di contorno, satellite del grande Cesare, gli erano stati concessi solo 6 versi per due battute nel I atto e solo 1 verso (1 bat tuta) nel secondo; e su un totale di 36 parole 5 erario state, ·sulla sua bocca, il nome di Cesare. C'è una spro porzione macroscopica con quanto avviene nel terzo atto, dove Antonio, da quando entra in scena, III, 1, 122, ha ben 246 versi { + - 15 riportati dal servo) su un totale complessivo di 570 versi, per 30 battute, di cui alcune molto lunghe. Nel IV e V att� la sua partecipa zione calerà in maniera impressionante: solo 28 :versi nel IV, 38 nel V. Nel IV e nel V, come è evidente, è_ finita la sua azione di Parola. Forse non c'è nessun altro caso nel teatro shakespeariano di una sproporzione così vistosa, che non può essere dovuta che a un calcolo sottile. Concedere non più di 36 parole nei primi due atti ad Antonio significa preparare non solo una straor dinaria sorpresa drammatica, ma anche una ricezione · del · senso storico dell'atto di parola. Quando la parola irrompe, subito dopo l'uécisione-eliminazione del nome simbolico, essa costruisce la Storia, è la Storia. Prendendo atto di tale vistosissima peculiarità della costruzione del dramma, possiamo distinguere netta mente tre fasi: A) I, iJI e inizio del III atto: attacco al cosmo simbolico, riduzione del simbolico ad arbitrario (quest'ultimo nelle due accezioni di convenzionale in senso linguistico e di dettato da arbitrio in senso poli tico: esercitando il potere, il Capo si distacca dall'inte resse della comunità che dovrebbe rappresentare), di- · struzione del Nome ° Cesare; B) III atto: contrattacco del cosmo simbolico, riduzione dell'ideologico repubbli cano al privato, riduzione dell'onorevole Bruto al vilè, _ bruto Bruto, distruzione del Nome-1Bruto; C) IV e V 123
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