Il piccolo Hans - III - n.12 - settembre-dicembre 1976

nua, se si vuole, la foga dei miei amori. Potrei forse scrivere �< ardenti». Le donne, i cavallier, li ardenti amori». Sì, suona bene...«e so ben ch'io vo dietro a quel che m'arde», come diceva ancora messer Francesco. Sicché mi appare superato il primo rilievo del Criti­ cus. Ma il secondo? E' pur vero che «ardenti» richiama maggiormente all'ardor di battaglia, all'ardere -della pu­ gna, al foco della guerra... ma basterà poi a contentarlo? Mi piace, tuttavia, e mi avvedo che, accanto all'ER di «cavallier» e all'OR di«amori» ho incluso un'altra asso­ nanza, più in ombra: questo AR di« , ardenti». L'endeca­ sillabo lega meglio, si stringe di più; e si stringe ancor meglio all'OR di «cortesie», all'inizio del secondo verso. Eppure... eppure l'osservazione dell'amico mi ronza nel cervello. Al mio AR non rinunzio, comunque. A che cosa mi fa pensare? L'ho qui, in un angolo della memoria: « Arma virumque cano », inizia Virgilio. Ecco l'AR; ed ecco l'assonanza interna vIRumque. Che gran copista tu sei, Ludovico; te lo rimprovereranno. Ma accetto la sfi­ da; e sia! «Le donne, i cavallier, l'armi, gli amori» Scriviamo­ lo. Abbiamo quattro sostantivi, coi loro articoli; e nient'al­ tro. Proprio come in Dante, ahimé, Ma guardiamo me­ glio: è forsé una enumerazione, una giustapposizione li­ neare? Non mi sembra. Intanto c'è una opposizione «donne... amori/ caval­ lier... arme». «Donne» rimanda a «amori», per il sen­ so, certo, ma più ancora per ragioni tutte interne, forma­ li se si vuole. «Donne» in principio, «amori» in fin di verso: ma collegati dal forte accento tonico (e metrico) sulla o che hanno in comune. E «cavallier» rimanda a «armi»; qui il collegamento è ancor più stretto: la conti­ guità dei due termini, il digramma (ma chi ti ha insegna­ to questa ostica parola, Ludovico?) ER e quello AR, 8

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