Il piccolo Hans - III - n.12 - settembre-dicembre 1976
do un desiderio insoddisfatto, papa denotando semplice mente la persona della madre senza funzione di richia mo, dopo soddisfazione del desiderio (Grégoire, 1937). Jakobson cita altri casi, quando i bambini, all'età di un anno e mezzo, chiamano il padre con marna ma-ma ma-ma-ma per chiedergli nutrimento (p. 543). Questi fenomeni psicofonetici furono esaminati da un punto di vista analitico per la prima volta da Sabine Spielrein (1922). Ella suppone una poppata fittizia che fa scattare dei MOE o POE, associati al nutrimento e alla madre. MOE e POE sarebbero «sinonimi» a questo stadio dello sviluppo. Nel linguaggio degli scimpanzé esiste ugualmente una occlusiva bilabiale nasale, una specie di M che sem bra essere as_sociata al nutrimento, alla mammella, al desiderio insoddisfatto. Secondo Yerkes e Learner (1925) m, mm, maem, m m esprimono il piacere _ di mangiare, mmaemm la brama di una pietanza inusitata, ouh mm la paura di restare solo. Probabilmente non si tratta dunque di una coinciden za, se in tibetano il suffisso - ma designa professioni e attività femminHi e se il prefisso m - porta secondo i grammatici un carattere dolce e femminile che si oppo ne alla « durezza» del prèfisso maschile non-nasale (cfr J. · Bacot, 1946, 65 f.). Nel caso della nasale M la metafo ra del « soave» e del «dolce» sembra dunque motivata dall'investimento orale di questo gesto fonatorio. I. 2. La «più dolce delle ,semi-vocali», la liquida L, è ugualmente prefigurata nell'atto di suzione. In questo ca so si tratta del movimento della lingua che scivola verso gli alveoli superiori toccando « dolcemente» il palato du ro. Nel corso della suzione questo movimento e periodi co; integrato alla lingua, si riduce a � movimento unico, uno scivolamento verso l'avanti (e verso l'indie tro, a seconda delle vicinanze vocaliche � consonantiche). 64
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