Il piccolo Hans - III - n.12 - settembre-dicembre 1976
Si può d'altra parte supporre che il suono o l'articola zione del suono avevano messo in moto delle associazio ni che, prima di andare . a finire ' in una metafora, sono passate per l'inconscio. L'analisi fonetica opera, come abbiamo appena visto, su un livello preconscio e noi . sappiamo che le operazio ni mentali preconscie subiscono l'attrazione dell'incon scio (Freud, X, 291; Hollos, 1919, p. 94). Questa è probabilmente la sorte comune a ogni meta fora nuova. Il termine finale metaforico sembra riassu mere una catena di associazioni d'idee e d'immagini che ci sfuggono in parte. E' proprio questo a far dire agli esteti che la metafora è «aperta» (Vianu, 1957). E' dun que possibile che una metafora ci sembri :ingiustificata, arbitraria, poiché le associazioni ' d'idee che la giustifièhe rebbero sono rimaste inconscie. Cercheremo ora di seguire le associazioni d'idee mes se in moto dall'atto fonatorio, non tanto per salvare l'onore della metafora, quanto piutt9sto nella speranza di poter svelare il retroscena inconscio dell'atto fona· torio. I. I SUONI DOLCIASTRI E L'EROTISMO QRALE I. 1. Certe consonanti, certe vocali e certe modula zioni dell'articolazione neutra sono state messe in relazio ne con il gusto zuccherato. La L è «la semi-vocale più soave (glykytaton) » secon do Dionigi di Alicarnasso, p. 140, storico ed esteta greco, contemporaneo di Augusto. Una vecchia tradizione retori ca e poetica sembra associare la L alla dolcezza, al gusto zuccherato, a un liquido che scorre. Secondo Socrate il «legislatore» ha messo la L nella parola «glykys» per imitare il movimento della lingua che sente un liquido vischioso, dolciastro, appiccicoso (Platone, Cratilo, 427 61
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