Il piccolo Hans - III - n.12 - settembre-dicembre 1976
Il carattere pulsionale dei suoni del linguaggio Effettivamente certe metafore non hanno trovato che una spiegazione insufficiente o nessuna spiegazione del tutto. Così noi siamo fermati dal termine di « parola dolciastra» (sladkoglasye), applicato alla palatalizzazione delle consonanti: in che cosa il contatto più largo tra lingua e palato renderebbe le nostre consonanti zucchera te? Dovremmo esaminare la ragione per la quale la sosti tuzione di R apicale con una R uvulare, con una L o con una Z, è considerata come « effeminata» e perché le occlusive velari e glottiche sono più « dure» delle altre, ecc. Di fronte a queste difficoltà, due posizioni sono possi bili. Si può rinunciare a ogni spiegazione supponendo che queste metafore non abbiano che un'origine pura mente storica 2 che ci sfugge. Si dovrebbe riconoscere che le metafore fonetiche possono essere arbitrarie, sen za alcun rapporto con la sostanza fonica. Questo atteggia mento rassegnato aprirebbe una larga falla, attraverso la quale il caso farebbe la sua entrata trionfale in un campo che sembrava già appartenere alla scienza. Accet teremmo così la spiegazione data da certi malati (E. F. Sharpe, 1949), che si affrettano a invalidare le metafore delle quali si servivano durante la seduta: « Ce n'est qu'une façon de parler ». 60
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