Il piccolo Hans - III - n.12 - settembre-dicembre 1976

« Comunque, in qualche modo e da qualche parte, prima del diluvio o dopo il riflusso, qualcuno il cui nome risulta sulil'elenco del telefono, Cocco1anius o GaHotaurus, l'ha scritta, l'ha scritta tuttia, l'ha scritta tutta lui, e questo è quanto, punto». Dunque il testo esiste nelil'occhio: e nel­ l'occhio esiste come scrittura, come superficie decorata di disegni, grafici, forme: un casino di macchie e cancel­ lature e righe e tondi e cerchi e appunti scritti �opra legati da guizzi improvvisi». Questo pezzetto di carta scritto fosse pure tutto quello che ci è rimasto, dovrem­ mo essere contenti, di questi tempi, e mostrarcelo l'un gli altri, dopo tutto quello che abbiamo perduto e sac­ cheggiato : la :sopravvivenza di un testo, :su cui posare gli occhi, da guardare e decifrare, è la speranza a cui legar­ si, foss'anche, quel testo, Finnegans Wake, o la lettera trovata dalla gallina. Il testo-copia-modellino-doppio del mondo, pur nella sua oscurità e incertezza, è un: corpo su cui mettere le mani. La sua superficie ci attrae, con una gratificazione sostitutiva, in un rapporto di corpo con la scrittura: il testo è - esattamente il doppio del corpo. Come il corpo ·èl segnato; come il corpo ha dei tagli e delle ferite; come il corpo presenta nella letterali­ tà materiale, la sua fabbrica interiore. La missiva abban­ donata, metafora della comunicazione, e della solitudine e dell'abbandono, raddoppia il destino dell'uomo: e lo quieta: �< le cose si faranno chiare prima o poi, in un modo o in un altro». Qualcuno sarà capace ,di leggere la lettera, di riallacciare la com1:1Ilicazione interrotta! Finché la ,lett�ra resta lettura di un senso affidato al nome, alla parola, al dizionario, la conoscenza è un rap­ porto guardingo, e distante, grammaticale, da cui il sen­ so fugge, perché appunto questa lettera è un resto, un re­ siduo di forma, e di grammatica. « Ma •scusate, perché mai deve esserci una fine? Ditelia con un missile e arabescate ila pagina. E perché firmare ogni cosa se ogni paTo1a, lettera, o colpo di penna, spazio di carta è una firma perfetta in se 47

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