Il piccolo Hans - III - n.12 - settembre-dicembre 1976
La lettera joyciana (Finnegans Wake, sezione quinta p. 104-125 dell'edizione Faber and Faber, London 1939) è una lettera sporca. Di fango (« there is a sod of turb for you!), e di erba (« please wisp off the grass!). Cosicché è pressoché impossibile ricostruire il testo della missiva. Il testo è segnato dall'esperienza che ha attraversato, e l'ha corrotto: il caldo, il tempo, la gallina, hanno altera to irrimediabilmente la fisionomia di questo corpo di scrittura: « il grafico proteiforme stesso è un poliedro di scrittura». La gallina (« Lead, kind fowl!» sì, facci da guida gentile volatile!) scopre nel -suo grattare la lettera perduta (o rubata, o abbandonata, o...?) il cui volto detur pato offre alla lettura una foresta di segni. Ricostruire il testo significa partire da lontano, accumulare indizi, met tere in scena un'inchiesta. Si comi[lcia con « chi diavolo scrisse questa cosa male detta?», e si passa alla descrizione della posizione:« Eret to, seduto, a testa in giù, contro una parete divisoria», alle condizioni climatiche « sottozero», e fisiche'« a men te chiara, o torbida»; agli strumenti adoperati '« con uno stilo o una penna d'oca». L'inchiesta conduce quin di all'« analisi della busta»: 41
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