Il piccolo Hans - III - n.12 - settembre-dicembre 1976
intorno a un centro vuoto, frammento per frammento, come ll[l soggetto ésca da finzione. Soggetto delle parole (quelle stesse che lo istituiscono soggetto), parlato nelle sue stratificazioni codificate e nei suoi scivolamenti di linguaggio, egli riceve la lettera che va a colpire l'eroe raciniano, lo scultore balzachiano, il personaggio del let tore barthesiano. Ma qual è ,la posizione del lettore di Sur Racine? Se, come noi crediamo, il percorso della lettera traccia la posizione della lettura, resta da verificare « la · storia del lettore » nei passaggi letterali dei tre . libri che abbiamo scelto. Possiamo tuttavia anticipare che in questi sposta menti in gradi non progressivi è l'ultimo passaggio a tenere luogo di indice per quelli precedenti, e infatti la stesura di questo lavoro ha dovuto essere rovesciata co me un guanto quando la fine ha riletto la sua partenza. In questo movimento la lettura si è imposta come lo spazio dove· la lettera continua,. il suo lavoro, mentre nella rete dei linguaggi che la attraversano essa stessa è !' « . isti t uzionalizzazione» del lettore. Nel corpo tragico rac1mano. Sulla scena l'eroe, in una continuità insopprimibile per lui, p' arla, fa cioè trage dia; agito dalla scena stessa egli fluttua in uno spazio immaginario che in Sur Racine_ diviene sistema, logica dimostrativa. A partire da alcune « relazioni fondamenta li » alla legge, alla tradizione, al passato egli è come chiuso in uno spazio da cui non può uscire senza morire o mancare alla tragicità, cioè alla sua stessa essenza. Cieco di fronte a un significante maggiore, all'eroe non resta che prendere su di sé le colpe del dio da cui riceve la lettera che conduce il suo desiderio. Nell'imperativo della legge l'eroe si aliena sospeso a un'immagine limite, un'immagine sempre ripetuta mai superata. Davanti a questo « protocollo ossessivo » si arresta 1a lettura barthe- 17
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