Il piccolo Hans - III - n.12 - settembre-dicembre 1976

gue la lettura di affinità dove il patto tra testo e lettore non si esaurisce nella comunicazione ma tiene piutto­ sto al fatto che questi vi trovi la risonanza che cercava. Questo continente secondo, non funzionale, apre alla questione della lettura dentro l'economia soggettiva. Investimenti, fantasmi che vi sono implicati inceppano la linea rigorosa della comunicazione e congregano intor­ no alla lettura dimenticanze, vuoti, accelerazioni, salti, ripetizioni ecc. La lettura si condensa e si disloca, diventa un luogo di sintomo. Al cuore dell'insegnamento analitico si apre la fun­ zione dell'ascolto; ma qual'è la funzione della lettura, che è lettura di uno scritto, se si tiene conto che in essa si giocano gli stessi effetti di spostamento sul linguaggio (lapsus ecc.)? A partire dal discorso analitico la lettura è leggibile in termini di economia soggettiva; resta da redigere un catalogo delle posizioni del soggetto che legge nel punto in cui si intersecano il piano privato dei fantasmi, con quello sociale degli istituti di riproduzione del sapere. Vi sono livelli di lettura supposti che si scontrano con la lettura reale. Un libro - è preceduto dalla sua lettu­ ra sociale, un autore è preceduto dalla sua fama, la lettu­ ra effettiva è presa nella rete di quelle leggi che vengo­ no a farle testo. Eppure il testo si apre all'interno della lettura, sul versante delle affinità, al narcisismo di chi trova da specchiarsi nella parola dell'altro. In queste intersezioni lo spazio della lettura si annunzia intricato a chi cerchi di leggerlo a sua volta ben sapendo che non una metalettura ma solo un'altra lettura accanto può nascere. 160

RkJQdWJsaXNoZXIy