Il piccolo Hans - III - n.12 - settembre-dicembre 1976
Piche ml . sere sentlro / lo colpo tal, che disperar perdono, 10-2, e seguita, per entro il primo canto del Purgatorio, da altre i toniche e«atone» indubbiamente accese della stessa intensa luce (basti faceva tutto rider l'oriente, 20), così che più amaro dolore per l'ass . enza della luce di virtù reca il v. 26, oh settentrlonal vedovo sito. Lo so, l'avverbio di luogo«ivi» in Inf. III 64-6 stimo� la molti i vilissimi, facendo pensare al pungiglione infalli bile del più molesto insetto. · Quel che sembrava una zeppa, eh'eran ivi, merita dun- que grande attenzione per la sua funzionalità espressiva: Questi sciaurati, che mai non furon VIVI, erano IgnudI e stimolatI molto da mosoooi e da vesipe oh'eran IVI. Siffatta adibizione dell'avverbio di luogo è conferma ta in altri luoghi della Commedia. In Inf. V 31-6 agevol mente si avverte come la rappresentazione d'una violen za _ pungente e dei gridi di dolore è affidata anche al potere della i tonica di quivi (tralascio di additare la varia, stupenda funzionalità d'altri concorsi): La bufera infernal, che mai non resta, mena li spirti con la sua rapina; voltando e percotendo li molesta. Quando giungon davanti a la ruina, quIVI le strlda, il compianto, il lamento; bestemmian quIVI la VIrtù diVIna. L'ape di Valéry (cfr. L'abeille) punge in vari modi, ma Ja trafittura sembra particolarmente sensibile in sl fine 1, Plque 5 (a inizio di strofa), mal vlf 10, suppllce 11, infime 13, ma punge anche la maiuscola, la A (vedo ora che mi sono sbagliato) di Abeille. Felino saccheggiatore della Commedia, Petrarca, lui sì, dice «Dio» (con la maiuscola), e proprio nel sonetto (CXCI) che ha più i toniche estreme d'ogni altro del Canzoniere (dodici su quattordici), e che perciò - memo- 150
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