Il piccolo Hans - III - n.12 - settembre-dicembre 1976

batte ogni apriorismo e ogni gerarchia, ogni categoria e definizione: lo spazio di racconto che apre è libero per­ chè vi può accadere tutto; può finire quando vuole; e come vuole. L'interno produce non una retorica, ma una ideologia; la voragine di differenza (linguistica, narrati­ va, sociale) che s'apriva tra il Re e il servo è rinnegata ideologicamente nella presunzione di spazi tutti, più o meno, uguali. «A casa propria ognuno è Re» mette in forma di buon senso la realtà borghese dell'essere sovra­ no e cittadino insieme. Il romanzo è in se stesso, in quanto oggetto letterario, un momento di questo proces­ so di internizzazione dei rapporti sociali: è, difatti, un oggetto da consumare in un luogo chiuso, ed è un ogget­ to che tutti possono comprarsi. Il romanzo, dunque, so­ stiene nel suo interno le due modalità fondamentali del­ la società borghese: la proprietà e l'uguaglianza, che appa­ re come corollario della prima. Tutti possono essere padroni, quindi sono uguali. 4.2 Il Romanzo e la famiglia - Nel chiuso della casa si organizza uno spazio di racconto «familiare», il ro­ manzo . familiare dell'individuo qualunque. La storia (si ripresenta la parola history) si fa storia di privati, la trama si addensa nelle complicazioni del quotidiano. Tut­ to quello che accade nell'interno della casa è l'avventuro­ sa storia delle liaisons dangereuses tra Patrimonio e Ma­ trimonio. Nel nome del Padre (Patrimonio) si mantiene e si accresce la genealogia per via di eredità: di genera­ zione in generazione si tramanda un oggetto che èl il denaro, nella forma di proprietà. Nel nome della Ma­ dre, si mantiene e si accresce una genealogia che dalla fusione di due corpi patrimoniali in due corpi concreti di uomo e donna conduce alla riproduzione concreta (la maternità) dell'albero genealogico. ,L'ossessione che obbli­ ga alla scrittura Clarissa ruota intorno a questi due mo­ menti: il racconto scatta proprio grazie a questo biso� 135

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